venerdì 9 dicembre 2016

QUALI PROSPETTIVE PER IL DOPO RENZI?




Dopo due anni di silenzio provocati da una sorta di apnea scaturita dal presenzialismo di Renzi, l'esito del referendum mi spinge a esternare il mio pensiero.
Sono convinto, come tanti, che il voto contrario alla riforma costituzionale esprime la sfiducia verso le politiche sociali dell'attuale governo. La disoccupazione non cala, l'economia non cresce, aumentano quelli che cadono in una situazione di povertà mentre si dice che non vi sono le risorse economiche necessarie per gli investimenti nel sociale quando si spendono 22.000 euro ogni ora per le spese militari per non parlare dei soldi buttati in opere pubbliche inutili e di quelli persi per l'evasione fiscale e la corruzione.
Ecco che torna di attualità il modello politico cui mi sono ispirato nella creazione di questo Blog, e cioè l'esperienza della giunta Pisapia dove si è realizzata una sintesi e una convergenza tra il centro sinistra di governo e la c.d. sinistra "antagonista". 
Pisapia in questi giorni ha ipotizzato l'idea di creare una nuova forza politica a sinistra che dialoghi con il PD per ricostruire una sinistra di governo che rilanci un'azione riformista per correggere le attuali disparità sociali.
Un progetto da costruire tutto " dal basso", con il contributo di tutti quelli che ritengono imprescindibile una sinistra la cui azione non sia condizionata dal rispetto delle compatibilità economiche dell'attuale sistema economico (per questo c'è già una destra con tanta esperienza sul campo....).
Pertanto riparto da qui nella speranza di mantenere una presnza costante sul blog ma sopratutto nell'auspicio che questo messaggio sia condiviso da tanti.

mercoledì 31 dicembre 2014

DUE SPETTRI SI AGGIRANO PER L'EUROPA....



La crisi politica in Grecia è di nuovo precipitata: a seguito della mancata elezione del Presidente della Repubblica, sono state indette nuove elezioni per il 25 gennaio.


Alexis Tsipras
Il partito di sinistra "Siryza", secondo i sondaggi, conquisterà la maggioranza. Il perno del suo programma politico è la rinegoziazione del debito pubblico e la modifica delle politiche di austerity imposte dalla UE. Se questo accadrà, si apriranno nuove prospettive anche per gli altri Paesi europei, soffocati dai vincoli imposti da tali politiche. E' da notare che Siryza ha solo 10 anni di vita ed è nato dalla fusione di ben 27 gruppi sparsi della sinistra!


In Spagna, altresì, si è affacciato un nuovo soggetto politico, denominato Podemos. I sondaggi lo danno primo partito alle prossime politiche con il 27% dei consensi. Esso si distingue dai soggetti della sinistra tradizionale (socialisti e comunisti) ma, come Siryza, ha messo al centro del suo programma la critica alle politiche di austerità, la difesa dello stato sociale e il rilancio dell'intervento pubblico come stimolo per l'economia. L'aspetto rilevante che vorrei evidenziare è che tale formazione politica è stata fondata nel gennaio 2014 da una trentina di persone e nel maggio successivo è riuscita a far eleggere 5 deputati al Parlamento Europeo!

In Italia, invece, quel poco che resta della sinistra alternativa al PD ristagna nell'immobilismo, celebra dei congressi dove si creano correnti anche quando sono rimasti quattro gatti....
In questo vuoto prosperano i populismi con caratteristiche xenofobe e antidemocratiche mentre il movimento 5 Stelle ha messo in frigorifero il 26% dei consensi!
Ancora una volta emerge il carattere passivo degli italiani, non più anomalia, ma costante della storia patria.

Cosa possiamo fare per cambiare questo stato di cose?


humanfac

Proposte ed idee in merito saranno oggetto del convegno che SEL organizza a Milano, dal 23 al 25 gennaio.






Ennesimo ritrovo per dibattiti sterili o occasione di risveglio di energie assopite?
Appello per coloro che hanno a cuore il proprio futuro: andiamo lì e facciamoci sentire!!

Questo il link per saperne di più:

venerdì 5 dicembre 2014

MAFIA, POLITICA E DINTORNI...


La cupola affari-politica, recentemente scoperchiata a Roma, mi induce a pensare a due personaggi del recente passato: Enrico Berlinguer e Leonardo Sciascia. 

                                         

Il primo aveva intuito la degenerazione dei partiti, facilmente permeabili da interessi privati e consorterie varie. Il secondo aveva ipotizzato l'espansione della mafia anche nel Nord Italia. Ambedue sono stati ritenuti dei visionari, sia dal mondo della politica di andreottiana memoria (la mafia non esiste...) che dai mass-media.

 La lotta alla corruzione e alla criminalità dovrebbe essere un caposaldo dell'azione politica invece se ne parla soltanto in presenza di avvenimenti eclatanti per tornare, subito dopo, nel silenzio. Evidentemente anche la "gente comune" è complice silenziosa del sistema affaristico, perchè ne ha tratto vantaggio o spera di farlo. Ai pochi che vogliono parlare dell'argomento viene chiusa la bocca con l'accusa di "moralismo". Ma il problema non è solo di ordine morale ma anche economico perchè il sistema corruttivo drena enormi risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate per rafforzare lo stato sociale.

E qui si apre un altro capitolo di enorme importanza, quello dell'inefficienza della macchina amministrativa che gestisce il denaro pubblico. Benedetto Croce, molto tempo fa, affermava che nessuna forza politica pone al centro della propria azione il buon funzionamento dell'amministrazione. Ma questo non è casuale: se l'apparato pubblico funziona male, si aprono spazi enormi per gli interessi particolari. E così i cittadini sono costretti a pagare due volte per lo stesso servizio, con il prelievo fiscale e sostenendo la spesa per l'accesso alla stessa prestazione fornita dai privati, ma in tempi più rapidi.

Quando diremo basta a tutto ciò?

sabato 29 novembre 2014

FINE DELLA DEMOCRAZIA?

Il convegno del 25 novembre ha offerto molti spunti di riflessione fra i quali il più significativo è la scarsa partecipazione politica mostrata degli italiani fin dalla nascita della Nazione. Infatti i moti risorgimentali sono stati innescati e guidati da un'elite senza coinvolgere le masse: Quasi sempre ha prevalso il c.d. familismo, espressione coniata da un sociologo americano che ha vissuto 6 mesi in paesino della Basilicata, dove ha constatato l'assenza di forme associative e di reti di relazione, al di fuori della famiglia che rappresenta un ambiente chiuso che non sviluppa il senso civico e l'interesse per il bene comune. 
Dopo la breve stagione degli anni 70, dove la partecipazione alla politica ha conosciuto la fase più intensa, è iniziato il cosiddetto "riflusso" nel privato fino alla completa apatia odierna. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha cancellato l'esigenza della partecipazione e il cittadino assiste passivamente allo svolgersi degli avvenimenti politici, disorientato dall'eccesso di informazione che impedisce di cogliere la sostanza dei problemi.  
La frase di Renzi che commentava il voto alle regionali, secondo cui "la scarsa affluenza al voto è un elemento secondario", dimostra che lo scollamento cittadini-governanti non rappresenta più un problema anzi agevola il perpetuarsi della classe dirigente attenta a coltivare le proprie clientele e i rapporti con i centri decisionali che contano, potentati economici e mondo della finanza.

La responsabilità di questa situazione, a mio avviso, non è soltanto della classe politica ma anche dei cittadini che ormai non mostrano alcun interesse ad avere dei rappresentanti che siano in grado di rimuovere le cause che impediscono la crescita morale, politica ed economica della società.

lunedì 24 novembre 2014

ELEZIONI REGIONALI E DINTORNI

Le elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna hanno registrato un'affluenza al minimo storico. Ormai la disaffezione verso il sistema dei partiti è totale; come spesso accade, il vuoto politico viene occupato, in mancanza di proposte credibili, dai (vecchi) populisti che si presentano come il nuovo, additando nemici esterni (immigrati e moneta unica) come la causa dell'odierna crisi.
Ormai tutti i partiti vengono identificati con l'incompetenza, la corruzione, l'incapacità di governare.
Perfino in Emilia Romagna, dove l'associazionismo e la presenza di partiti radicati nel territorio aveva consolidato senso civico e partecipazione alla vita pubblica...
Si è persa completamente la dimensione dell'impegno collettivo e l'importanza di promuovere il bene comune.
L'offerta politica è omologata, non vi sono partiti con programmi alternativi; in campo economico nessuno mette in discussione l'efficacia del libero mercato nonostante il neo-liberismo abbia aggravato le disuguaglianze sociali, che sono alla base dell'attuale crisi.
Credo che vi sia lo spazio per un nuovo soggetto politico che metta al centro della sua azione la realizzazione di diritti fondamentali quali il lavoro e la casa, proponendo investimenti nell'istruzione pubblica e nella ricerca, programmi di formazione e misure di sostegno al reddito per coloro che sono in cerca di occupazione o l'hanno persa, rilancio  dell'edilizia popolare per consentire l'accesso ad un alloggio che l'attuale sistema di mercato nega a tantissime famiglie. 
E' veramente una missione impossibile?

sabato 22 novembre 2014

UN APPUNTAMENTO DA NON MANCARE!!!

Newsletter_Liberta_e_partecipazione



Invito tutti coloro che come me hanno a cuore le sorti della nostra democrazia a seguire il convegno  che si terrà il prossimo 25 novembre, ore 18,00, a Milano presso la Fondazione Corriere della Sera in Via San Marco 21 ang. Via Balzan 3 (relatori De Rita, Pasquino e Natoli).


martedì 18 novembre 2014

DOVE ERO RIMASTO?

Dopo quasi 2 anni di silenzio ho deciso di riprendere il filo del discorso. Nel frattempo le cose sono anche peggiorate, la personalizzazione della politica ha prodotto il fenomeno Renzi e la delusione M5S.
Dobbiamo rassegnarci a tutto questo? Non possiamo riprenderci ciò che ci appartiene, come sancito anche dalla Costituzione e cioè la partecipazione alla politica?
Stupisce che in altri paesi europei la sinistra non moderata ma neanche velleitaria sia protagonista della vita politica (Syriza in Grecia, Podemos in Spagna, Linke in Germania) mentre in Italia le idee di Landini e Camusso non trovano sbocchi a livello poltico.
Non dimentichiamo che tra astensione e voto di protesta, metà dell'elettorato non si riconosce nell'attuale sistema politico. Quindi gli spazi di azione sono enormi.
Eppure anche il governo Renzi sta lasciando molti scontenti.
Non si potrebbe coagulare questo scontento in una nuova esperienza politica che rappresenti lavoratori, studenti, precari?
E' un auspicio che mi piacerebbe vedere condiviso. In fondo le idee che hanno cambiato la storia non sono entità astratte ma il frutto del pensiero umano