venerdì 5 dicembre 2014

MAFIA, POLITICA E DINTORNI...


La cupola affari-politica, recentemente scoperchiata a Roma, mi induce a pensare a due personaggi del recente passato: Enrico Berlinguer e Leonardo Sciascia. 

                                         

Il primo aveva intuito la degenerazione dei partiti, facilmente permeabili da interessi privati e consorterie varie. Il secondo aveva ipotizzato l'espansione della mafia anche nel Nord Italia. Ambedue sono stati ritenuti dei visionari, sia dal mondo della politica di andreottiana memoria (la mafia non esiste...) che dai mass-media.

 La lotta alla corruzione e alla criminalità dovrebbe essere un caposaldo dell'azione politica invece se ne parla soltanto in presenza di avvenimenti eclatanti per tornare, subito dopo, nel silenzio. Evidentemente anche la "gente comune" è complice silenziosa del sistema affaristico, perchè ne ha tratto vantaggio o spera di farlo. Ai pochi che vogliono parlare dell'argomento viene chiusa la bocca con l'accusa di "moralismo". Ma il problema non è solo di ordine morale ma anche economico perchè il sistema corruttivo drena enormi risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate per rafforzare lo stato sociale.

E qui si apre un altro capitolo di enorme importanza, quello dell'inefficienza della macchina amministrativa che gestisce il denaro pubblico. Benedetto Croce, molto tempo fa, affermava che nessuna forza politica pone al centro della propria azione il buon funzionamento dell'amministrazione. Ma questo non è casuale: se l'apparato pubblico funziona male, si aprono spazi enormi per gli interessi particolari. E così i cittadini sono costretti a pagare due volte per lo stesso servizio, con il prelievo fiscale e sostenendo la spesa per l'accesso alla stessa prestazione fornita dai privati, ma in tempi più rapidi.

Quando diremo basta a tutto ciò?

Nessun commento:

Posta un commento